mercoledì 16 giugno 2010

giovedì 20 maggio 2010

Settembre 1985 Scopeti







L'ultimo episodio che chiude una scia di sangue durata 17 anni,è quello avvenuto nella notte tra il 7 e l'8 settembre 1985 in una località collinare nei dintorni di Firenze: San Casciano Val di Pesa.
Alcuni giorni prima due turisti francesi:jean Michael Kravechvili e Nadine Mauriot in viaggio dalla franca contea verso l'italia con l'obbiettivo di fermarsi ad una fiera campionaria di scarpe,decidono di accamparsi nei dintorni della località toscana in una piazzola denominata "GLI SCOPETI".
Li vedono diverse persone che non possono fare a meno di notare quella golf bianca con targa francese..e non solo...li nota anche il maniaco che fingendo di andare in cerca funghi per il bosco antistante la piazzola,studia il percorso e le mosse da effettuare per compiere l'ultimo agghiacciante delitto.
A circa 70 metri dalla piazzola vi è un ristorante: LA BARACCHINA,che quella sera fino a notte tarda ospitava i propri clienti tra costate fiorentine e chianti,e forse qualcuno seduto per la cena,udii anche degli spari.
Sono circa le 11.30 quando Nadine e Jean Micheal all'interno della loro tenda ad igloo,montata già due giorni prima stanno per passarvi l'ultima notte assieme.
Forse stanno facendo l'amore,forse sono solo abbracciati nudi e felici in quel bosco e sotto quella luna al suo ultimo quarto che gli fa da sfondo.
A pochi metri da loro il mostro si avvicina furtivamente,con un coltello,forse un"CUTTER" squarcia la tenda sul lato posteriore all'apertura,i due ragazzi si accorgono subito che qualcosa di terribile stà succedendo,e decidono di reagire...forse fuggendo dalla loro piccola casa di stoffa.
Il ragazzo non fa in tempo ad abbassare l'apertura della tenda per capire quello che stà accadendo,che viene colpito assieme alla fidanzata da una gragnuola di colpi,alcuni dei quali uccidono sul colpo Nadine.
Jean Micheal cerca di fuggire sebbene ferito,ma il maniaco anche se ha esaurito i colpi della maledetta calibro 22,decide di passare all'assalto all'arma bianca ed anche con questa riesce ad essere infallibile.
Alcuni fendenti tolgono per sempre la vita al giovane francese che stava cercando di mettersi in fuga,ma che per drammatica ironia della sorte,invece di imboccare la stradina sterrata che dà sull'asfalto e poi potere chiamare aiuto,si infila in quella dove si ritroverà davanti al terribile assassino che porrà fine alla sua vacanza in modo tragico.
Il maniaco nasconde il corpo del povero ragazzo sotto ad alcuni cespugli,poi torna verso la tenda e compie le sue macabre escissioni sul corpo senza vita della povera donna,asportando il pube e la mammella sinistra,per poi scomparire nel buio e nel silenzio della notte.
I corpi dei due giovani,verrano ritrovati poi da Luca Santucci,proprietario assieme al padre di una piccola pensione nella piazza centrale del Paese.
Accorrono subito i Carabinieri della locale stazione di San Casciano,viene avvertita la questura ed iniziano subito le ricerche ed i posti di blocco....ma del maniaco nessuna traccia.

mercoledì 20 gennaio 2010

PIA E CLAUDIO




Vicchio 29 LUGLIO 1984


Domenica 29 Luglio 1984, sarà l'ultima volta che Claudio Stefanacci e Pia Rontini potranno abbracciarsi come facevano spesso in ogni luogo e in ogni momento.
Si conoscevano già da tempo ma erano entrambi ancora molto giovani.
Claudio aveva 21 anni e gestiva assieme con con la famiglia,un negozio di elettrodomestici nel centro del paese.
Pia invece ne aveva 18 di anni,il viso acqua e sapone ed un carattere vivace ne avevano fatto la barista più simpatica presso il caffè della locale stazione dei treni.
Il Padre Renzo era un ex meccanico di navi e la madre di origini Danesi,Winnie, era casalinga e lavorava saltuariamente.
Quella calda domenica di mezza estate Pia va al lavoro come al solito, non c'è molta gente al bar,in TV ci sono le olimpiadi e in tanti stanno in casa al fresco per vedersele.
Claudio passa dalla propria zia che ha preparato un buon roast beef e anch'egli poi si metterà davanti alla tv per seguire i giochi internazionali.
Verso sera Claudio passa a prendere Pia al Bar; finito il lavoro decidono di andare a prendersi qualcosa di fresco e a mangiare un panino in una tavola calda fuori dal paese,il proprietario di quel locale non potrà fare a meno di non ricordarseli,ma sopratutto noterà che poco distante da loro un'uomo in giacca e cravatta(nonostante il gran caldo) non smetterà un'attimo di fissarli e di uscire immediatamente dopo di loro appena finiranno di pagare la consumazione. Chi era quell'uomo? non si saprà mai, questo è un dato di fatto.
Ormai è notte e Claudio e Pia con la loro fiat panda azzurrina hanno raggiunto una stradina sterrata che s'imbocca dalla piccola provinciale che passa per il ponte della ferrovia,e a retromarcia si fermano a ridosso di una collinetta coperta da una fitta zona boschiva.
Si spogliano lentamente,alla loro destra vi è un campo di erba medica,più avanti un casale di campagna e sopra un cielo di stelle.
Tutto è tranquillo, ma dalla boscaglia lentamente il maniaco si dirige presso di loro,arriva vicino all'auto e striciando con il corpo vicino alla portiera destra si appresta a recitare il suo solito ed orrendo copione,ma lo sfregarsi contro l'auto fa si che Pia si volti di scatto e non ha nemmeno il tempo di urlare che diversi colpi d'arma da fuoco la colpiscono in pieno viso uccidendola all'istante.
Claudio non può fare altro che cercare di mettersi subito al volante per fuggire con l'auto,le chiavi sono già nel cruscotto a pochi metri c'è la strada asfaltata la possibilità di fuga...la salvezza.
Il Maniaco invece è più svelto di lui,passa dall'altro lato e lo crivella con gli ultimi proiettili rimasti nella pistola maledetta.
Non è finita, per assicurarsi di ucciderlo lo finisce con alcuni colpi di coltello,la lama penetra il suo corpo più volte lasciandolo definitivamente senza vita.
L'assassino torna sul cadavere di Pia,lo trascina fuori dall'abitacolo portandolo a pochi metri dall'auto nel campo d'erba medica,ma questa volto il folle criminale non si accontenta di recidergli solo il pube;è passato un'anno da quando fece il suo primo errore a Giogoli,e da dove non potè andarsene con l'ambito trofeo umano,quindi deve rimediare anche per l'anno prima:con l'affilata lama asporta anche il seno sinistro della povera Pia oramai priva di vita,e com'è arrivato,così svanisce nel nulla.
Soltanto verso le 3,30 del mattino,dopo serrate ricerche nei confronti dei due ragazzi che non avevano fatto rientro nelle rispettive abitazioni, una telefonata arriva alla stazione dei carabinieri che immediatamente accorrono sul posto.
Arriva anche la questura i magistrati che da anni sono sulle tracce dell'inafferabile criminale e le tv locali che non possono far altro che dare la macabra e triste notizia: ALTRI DUE GIOVANI TRUCIDATI DAL MANIACO ASSASSINO.
Ancora indagini,ancora fermi,interrogazioni di persone sospette,ma niente come al solito. Viene anche interrogato il gestotre del bar che aveva visto Pia e Claudio e quell'individuo che li osservava,adirittura verrà fatto appostare assieme ai militi dell'arma,in un'appartamento durante i funerali per vedere sedurante le esequie vi possa riconoscere il soggetto che li ha poi seguiti....nulla come al solito se non un'altra sconfitta per la magistratura e altro dolore per le famiglie dei due giovani.

domenica 10 gennaio 2010

GIOGOLI 9 Settembre 1983





Il maniaco di Firenze, non era infallibile e lo dimostra questo duplice delitto di cui parliamo ora.
Uno sbaglio, un' errore che è costato la vita a due giovani tedeschi, due amici (di sesso maschile) e che per uno di loro, portare i capelli lunghi folti e biondi farà si che un dramma si compia involontariamente,ma sempre per mano di un'assassino.
Horst Wilhem Meister e Uwe Rusch Sens avevano 24 anni quando furono uccisi in una sera di venerdi.
Avevano improvvisato il loro furgone, un vecchio WOLKSWAGHEN azzurrino, in un camper viaggiante e forse è stata proprio l'idea che a settembre la toscana ed in particolare Firenze sono meno care per il turismo "FAI DA TE' e cosi già giovedi sera arrivano alle porte del Galluzzo in località Giogoli e si fermano all'interno di uno spiazzo d'erba che da direttamente sulla strada.
Una catena vecchia ed arrugginita delimiterebbe il divieto d'accesso in quell'area,ma anche se così fosse ormai è talmente sotterrata dall'erba che persino auto e moto vi passino tranquillamente.
I due ragazzi vengono notati anche da un cittadino tedesco ROLF REINECKE anch'egli provieniente dalla stessa città d'origine di Uwe e Horst; MUNSTER, nella repubblica federale di Germania, e proprio la targa del furgone darà adito a Reinecke di andare a presentarsi ai due ragazzi.
Per ben due volte nota che la portiera di destra è aperta,quindi se ne và per non recare disturbo.
Una seconda volta tornando dal lavoro decide di fare ritorno e scambiare quattro chiacchiere con i due connazionali,quindi si avvicina di più al furgone ed ad attenderlo un'amara sorpresa; i due ragazzi giacciono cadaveri all'interno del veicolo completamente privi di vita e crivellati da diversi colpi di pistola.
L'allarme scatta immediatamente, sul posto accorrono assieme ai magistrati, polizia e carabinieri e dopo vari accertamenti ne emerge una spaventosa realtà: i proiettili che hanno frantumato i vetri dei finestrini e che hanno ucciso i due giovani tedeschi appartengono alla famigerata beretta calibro 22 del maniaco di Firenze.
Sono gli stessi proiettili serie H modello Wichester che hanno mietuto vittime a Borgo san Lorenzo,Scandicci e Calenzano.
Sul furgono vengono trovate anche alcune riviste pornografiche a carattere omosessuale, forse questo potrebbe spiegare alcune cose forse nulla.
Uno dei due (Uwe) era alto e portava lunghi capelli biondi sino alle spalle come già detto, e nell'oscurità, nel buio di quella maledetta notte è stato senz'altro scambiato per la compagna di una coppia di fidanzati.
Il maniaco fugge,scappa e corre a nacondersi senza perdonarsi l'errore da lui commesso con mille dubbi e domande per se.
A firenze intanto orrore e sgomento affliggono la città,una città che non si sente più al sicuro da un individuo il quale sembra ormai diventato infallibile che arriva,uccide e svanisce nel nulla senza lasciare alcun'indizio ne traccia.
Si comincia ad usare il computer, vengono inseriti dati di persone sospette ma nulla non salta fuori proprio nulla, e così si decide di assemblare una squadrain grado di occuparsi solo ed esclusivamente di questo maniaco assassino,LA SAM: squadra anti mostro.. o meglio maniaco.

venerdì 8 gennaio 2010

MONTESPERTOLI 19 giugno 1982




Paolo Mainardi ed Antonella Migliorini vengono sopranominati dagli amici "VINAVIL" come il celebre collante.
Sono fidanzati ormai già da anni e anche loro come tanti altri giovani di quell'epoca piena di valori, sognano di convolare a nozze.
Paolo ha 22 anni e vive in una fattoria con i genitori ad Aliano,Antonella invece ne ha 19 e vive anche lei co la famiglia a Baccaiano.
Quella sera nonostante le raccomandazioni dei genitori di entrambi e la grande prudenza di Paolo,decidono di uscire a prendere un gelato, e poi cosa se non meglio di raggiungere la vicina via Virginio Nuova antistante al poligono di tiro per rimanere un pò soli.
Si appartano li dentro alla vettura di Paolo, una seat 127, non sapendo però che a pochi metri da loro dietro ad alcuni cespugli, il maniaco stà attendendo il momento cruciale per entrare in azione.
Questo delitto avrebbe potuto di li a poco essere una chiave di svolta per catturare il famigerato mostro, perchè quando sembra che tutto vada come copione, qualcosa invece va storto.
Il Mainardi infatti sta per rivestirsi ed è già sul sedile anteriore e mentre si accinge a mettere in moto l'auto,un colpo di pistola trapassa il parabrezza colpendolo ad una spalla.
Antonella è dietro semi nuda ed è terrorizzata,il ragazzo mette in moto, parte a tutta velocità, ma con l'auto attrversata la provinciale,e finisce in un fossato con la parte posteriore della macchina.
Forse la paura ed il terrore hanno il sopravvento su Paolo che nonostante cerchi di uscire dal fosso con continue accelerate,assiste ad altri due spari che uccidono la sua compagna,e così Antonella Muore sul colpo.
Altri colpi uccidono poi Paolo che ormai esanime lascia l'accelleratore dell'auto che si spegne.
Qualcosa però ancora va storta al maniaco, qualcosa che è rimasto acceso e che stà riflettendo con una pericolosità inaudita per egli, tutta la luce su di lui; sono i due fari dell'auto che lo stanno illuminando,ed immediatamente con i pochi colpi rimasti li frantuma entrambi sparando a distanza ravvicinata,facendo tornare il buio più totale sul luogo del delitto.
Un'auto stà arrivando in lontananza,non c'è tempo per i feticci è ora di scappare e di svanire nel nulla,stavolta è andata bene per il maledetto assassino.
Il Mainardi spirerà durante la notte all'ospedale di Empoli senza potere rivelare quello che ha visto.
Gli inquirenti si trovano sconfitti ancora una volta.
(in un libro uscito alcuni anni fà, che giudico eccellente:STORIA DELLE MERENDE INFAMI) si dice che il Mainardi venne trovato riverso sul sedile posteriore della auto all'arrivo dei soccorsi giunti in ambulanza.
Se così fosse, chi è che ha guidato l'auto ed finito dentro al canale?
Le conclusioni sono più che ovvie.

lunedì 23 novembre 2009